LETTERA A UN CRESIMANDO 1

Leggendo in questi giorni le lettere dei cresimandi che chiedevano il sacramento della
confermazione, alcune contenevano delle domande rivolte al sottoscritto. Inizio a rispondere
alla prima lettera e alle questioni sollevate. Mi viene chiesto: “Come si può
conciliare il sapere scientifico con quello della fede, della Bibbia?” Intanto mi fa piacere
affrontare questa questione che ritroviamo spesso nella storia dell’uomo, in particolare
dal momento in cui ha cominciato a trovare nella scienza tante risposte che
prima ci erano offerte attraverso i miti delle religioni (la Creazione, la nascita
dell’uomo sulla terra, i fenomeni della natura, il cosmo e le sue leggi…. per esempio).
Arriverà forse il momento dove la scienza, progredendo, sarà capace di rispondere a
tutte le domande che ci poniamo? Non ho la pretesa di saperlo, ma vorrei fare una
distinzione caro Ludovico (nome inventato per la privacy!): c’è forse un solo modo di
“sapere” che tu chiami scientifico, oppure ce ne sono altri. Ti faccio un esempio: se
una persona a te cara muore, la scienza mi dirà “come” è morto, cioè le cause, ma non
mi potrà dire “perché” è morto. Qualcuno si appellerà al destino, altri che era giunta
la sua ora… e così via. La scienza spiega (e non sempre) come funziona la vita ma
non mi potrà offrire il “senso” di questa vita. Credo pure che spesso sia più importante
capire (sapere) il senso delle cose che il loro funzionamento. Tu sei venuto alla vita
tredici anni fa e, scientificamente potrai sapere tutto di come si viene alla vita ma, che
senso avrà la tua vita o che senso vorrai dargli, non credo che il sapere scientifico ti
possa offrire molte risposte. Se fosse semplicemente così, all’interno dei grandi passi
che la scienza ha fatto soprattutto in questo ultimo secolo, saremmo tutti più felici e
contenti: ma come puoi ben vedere non è così. Tu possiedi oggi strumenti di comunicazione
che io da ragazzino neppure sognavo, eppure converrai con me che il livello
di relazioni tra individui non è migliorato, anzi oggi abbiamo seri problemi di comunicazione.
Questo che cosa significa?
Arriviamo quindi alla tua domanda. Il “sapere” ha diversi approcci e, quello scientifico,
è uno di questi. Ma non è il solo! La Bibbia (cioè la Parola di Dio) non è un libro
scientifico (a partire dalla descrizione della Creazione nel libro della Genesi), ma in
esso posso trovare il senso (il fine) della Creazione. Ciascuna persona cercherà sempre
di capire come “funziona” il mondo (sapere scientifico) ma sarà sempre anche alla
ricerca del “significato” che per lui hanno le cose che lo circondano. Quindi non sono
due modi di sapere contraddittori e perennemente in conflitto tra loro, ma complementari
ed entrambi necessari. Il perché tu scegli di essere buono, generoso, oppure
scostante e irascibile, cristiano o ateo non sarà la scienza a dirtelo, ma la ricerca umile
e sincera di una “sapienza” che ti viene offerta per altre strade. “Credere” risponde ad
un atto di fiducia in qualcuno, e fidarsi non è da stupidi o da persone scientificamente
sottosviluppate. Ti saluto con questo pensiero: “Come si può mettere la Nona di Beethoven
in un diagramma cartesiano? Ci sono delle realtà che non sono quantificabili.
L’universo non è i miei numeri: è pervaso tutto dal mistero. Chi non ha il senso del
mistero è un uomo mezzo morto. La scienza senza la religione è zoppa; la religione senza la scienza è cieca”. Sai chi lo ha detto? Albert Einstein! Ed era un uomo di scienza.
Ciao Don Luciano

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