CARI CATECHISTI

Cari catechisti oggi desidero rivolgermi a voi. Intanto uso un termine che appare un vezzeggiativo: “cari”. Sì! Siete veramente cari nel senso, però, che siete pre- ziosi. Alla luce di molte parrocchie in diocesi che devono rinunciare ormai a predisporre il catechismo in qualche classe per mancanza di catechisti, noi ci possiamo dire fortunati. Per questo siete “cari”. Nell’ultimo consiglio dei vicari foranei con il Vescovo Gianfranco Agostino, ho visto più di qualche vicario sconsolato e in difficoltà perché nel proprio vicariato più di qualche parrocchia non ha iniziato il catechismo: nessun genitore vuole impegnarsi a educare alla fede e nella fede i ragazzini della propria comunità. Inefficienza? Paura? Senso di inadeguatezza? Consapevolezza di non sentirsi preparati? Ragazzi troppo difficili e indisciplinati? Genitori sempre più esigenti quando si tratta di pretendere dalla parrocchia e latitanti quando si tratta di coinvolgersi accanto ai loro figli? Forse un po’ tutto questo e altro mescolato assieme. Quindi a buon diritto siete “cari”. All’inizio dell’anno catechistico va in anticipo il nostro grazie sincero per la sfida che avete accolto nel fare catechismo ai nostri ragazzi. Da buon parroco qualche consiglio-avviso. Per primo non angustiatevi per le assenze: non è colpa vostra. I nostri ragazzi sono come le sirene: attratti da ciò che li soddisfa emotivamente. Il Vangelo di Gesù ci dice il contrario: le emozioni sono una via non il punto di arrivo. La stessa folla che ha osannato Gesù è la stessa che ha gridato “crocifiggilo”. Per secondo non preoccupatevi se qualche genitore si lamenta perché (e qui la casistica è un ventaglio)… rispondete sempre con un sorriso cercando di comprendere che chi “non è dentro” difficilmente può capire e, spiegarglielo diventa operazione certosina. Nel Vangelo tutti pretendevano qualcosa da Gesù, ma spesso Gesù lasciava tutto per ritirarsi a pregare in solitudine, deludendo gli stessi discepoli. Per terzo non fatevene una colpa se, dopo esservi preparati con cura, i ragazzi vi snobbano: amateli con tenerezza. Non rifiutano voi, ma il Vangelo di Gesù. Per ultimo: vi vedo a Messa, cari catechisti, con il collo un po’ tirato per vedere se c’è qualche vostro ragazzo. Dolori cervicali a parte, pregate per loro, inginocchiatevi davanti al Signore per loro, fate la comunione per loro. Il buon Dio distribuirà i suoi doni con larghezza e a tempo debito. Da ultimo-ultimo? Abbiate tanta, tanta e ancora tanta pazienza con tutti (compreso don Luciano). Buona seminagione Don Luciano

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