NATALE IN… ECONOMIA

Un buon Natale o un Santo Natale? Non sono uscito di
senno ma la diffe-
renza fa la sostanza. Un “buon Natale” è quell’augu
rio sincero che trovia-
mo anche nei biglietti che inviamo alle persone car
e o che alleghiamo ai
regali natalizi, è il dire amichevole che accompagn
a una calorosa e augu-
rante stretta di mano. Ma così si rischia di rimane
re al di qua dell’evento.
Trascorrere un buon Natale dipenderà ancora una vol
ta da noi, dalle nostre
decisioni, da quello che desideriamo investire anch
e in tempi di vacche ma-
gre (così dicono) in regali o vacanze sulla neve, o
nei tradizionali cenoni e
feste varie… Questo Natale potrà “riuscirci” più
o meno bene. E’ in mano
nostra!
Ma trascorrere un “Santo” Natale vorrà dire che in
quell’aggettivo qualifi-
cativo che fa la differenza, il Natale stesso non d
ipenderà da noi ma da
Qualcun altro che ha scelto di incontrarci. Nell’au
tentico Natale l’iniziativa
è sempre Sua. Non sono io che faccio il Natale ma è
quella nascita che, se
accolta, può far diventare santa la mia vita. Impar
o così che mi devo arren-
dere, nella presunzione di voler capire tutto di q
uesto Mistero
dell’Incarnazione. Mi devo arrendere ad un Amore pi
ù grande.
Il credente lo sa: è Lui che detta le leggi della v
ita, è Lui che sceglie
l’estrema debolezza per non spaventarci con la sua
divina potenza, è lui che
si affaccia, per obbedienza al Padre, sulla scena d
el mondo perché esso di-
venti, con la sua presenza, anticipo del cielo.
Ha scelto la nostra umanità: quale meraviglioso sca
mbio di doni! E’ diven-
tato uno di noi perchè noi potessimo diventare Lui
(dalla liturgia del giorno
di Natale).
Ogni anno si rinnova questo mistero della fede, ma
non è mai la stessa co-
sa: è il mondo che cambia. Siamo noi diversi rispet
to ad un anno fa! In que-
sto senso ogni Natale è diverso!
Cosa ci dirà il Signore oggi, nella disillusione del
mito di una inarrestabile
crescita economica con tutti i danni che ha provoca
to e sta ancora provo-
cando che sono sotto gli occhi di tutti? E’ proprio
vero che per superare la
crisi è necessario continuare lo stesso comportamen
to che l’ha provocata,
cioè consumare e indebitarsi? Dobbiamo consumare (pe
r sostenere la do-
manda) come ci invitano le istituzioni economiche o
risparmiare in attesa di
tempi più difficili (come prevedono gli analisti pa
rlando di recessione)?
Non sarebbe proficuo, invece, cominciare a parlare
di de-crescita sostenibile e
aprirsi ad un progetto di bene comune che sia veram
ente “comune”? Finora ab-
biamo globalizzato i problemi non le risorse e le co
nquiste tecnico-scientifiche
che rimangono ancora e sempre più in mano a pochi po
tentati (e tra questi, non
dimentichiamolo, ci siamo anche noi, sebbene fanali
no di coda).
Il Figlio di Dio che si fa uomo (l’elemento più fragi
le ma più nobile di tutto il
creato) non ci rivela forse una dignità donata che q
ualifica l’esistenza attorno a
dei valori che non collimano con quelli dannosament
e perseguiti fino ad ora dai
grandi della terra? Non si rendono conto che invece
di preoccuparsi di rimanere
grandi (e quindi temuti), sono chiamati a fare grande
la terra e l’uomo in essa?
Come Erode non hanno anche loro paura di perdere po
tere e prestigio di fronte
all’assoluta novità del Natale che costringe tutti a
rimettere al centro l’uomo e
non forme di potere che lo umiliano?
Cosa ci direbbe il Signore oggi, rispetto alle guerre
più o meno preventive, più o
meno giuste, per le quali i soldi ci sono sempre? Co
sa direbbe ai nostri grassi (di
denaro) e tronfi (di presunzione) politici nazional
i che, a dispetto del colore poli-
tico, sanno andare felicemente a braccetto quando s
i tratta di difendere i loro
privilegi che disgustano tanta povera gente? Cosa dire
bbe oggi alla nostra Chie-
sa che sente la necessità di rinnovarsi ma contempo
raneamente è asserragliata
dalla paura di cambiare? Allora a Natale, come in o
gni Natale, ciascuno deve
scegliere se stare dalla parte di Erode o dalla part
e dei pastori.
Il Natale, quando è vissuto nella santità di vita b
asta a se stesso ed è capace di
riempire di gioia la vita di ciascuno. Se lo capissi
mo tutti una buona volta!
Buon… scusate!… un Santo Natale a tutti.
Don Luciano

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