Maggio, il mese del Rosario: IL ROSARIO NEL PENSIERO DI PAOLO VI

Il pontificato montiniano fu segnato da profondi mutamenti a livello
mondiale; ricevuta in eredità dal suo predecessore la conduzione del
Concilio, Paolo VI affrontò il grave e delicato periodo di crisi che colpì
anche la Chiesa. A lui va riconosciuto il merito di aver salvato e nobilitato
la figura di Maria, presentandola indispensabile al piano di Salvezza
e alla vita della Chiesa: in un tempo in cui venivano contestati la pietà
popolare ed i pii esercizi, il papa, nel 50° delle apparizioni di Fatima,
esorta tutti nel dimostrare verso la Vergine Madre di Dio una più ardente
pietà e confidenza, a rinnovare la propria consacrazione al Cuore Immacolato
di Maria. Riprendendo una definizione di Pio XII, Paolo VI definisce
il Rosario compendio di tutto il Vangelo, preghiera evangelica incentrata
nel mistero dell’Incarnazione redentrice e quindi di orientamento
nettamente cristologico, per sua natura capace di favorire la contemplazione
e la meditazione dei misteri della vita del Salvatore attraverso il
cuore di colei che al Signore fu più vicina. Del Rosario papa Montini
tratterà nelle Encicliche Mense Maio, Christi Matri e nella esortazione
apostolica Recurrens mensis october: in esse si sottolinea la potente intercessione
della Madre del Salvatore presso Dio, al quale ogni preghiera
deve orientarsi. Attraverso Maria e l’imitazione delle sue virtù, si deve
giungere alla piena comunione col Cristo; la sua posizione nel piano
della salvezza deve infondere fiducia che ogni invocazione sia da lei accolta
per il bene della Chiesa, per la pace nel mondo, per la difficile situazione
internazionale, minata da eventi bellici che provocano lutti e
miserie tra i popoli; per il dono della vita, minacciata fin dal suo sorgere;
per la concordia nelle famiglie. Per comprendere la fortuna che da
secoli gode il Rosario bisogna ricordare la sua semplicità: è avvicinabile
da tutti e lo si può pregare in ogni luogo, singolarmente o in gruppo; non
richiede la cadenza di un’ora stabilita; si adatta facilmente all’esigenza e
alla sensibilità di tutti; non vi è richiesto nessun impegno o preparazione
culturale. Esso è espressione privilegiata della pietà popolare; recitato alla
sera dopo una giornata di duro lavoro, durante la veglia ad un defunto,
nella solitudine di un viaggio o di una malattia, arricchisce spiritualmente
la vita di umili e dotti. Attraverso gli occhi di Maria noi contempliamo il
volto di Gesù e ripercorriamo la nostra stessa vita, i nostri affetti, siamo
uniti a coloro che portiamo nel cuore e a coloro che ci hanno preceduto.

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